RITRATTI. LA SOLITUDINE DI UN PAESE…

da | Lug 4, 2016 | Amici

La foto è tratta dal progetto: “La solitudine di un paese” di Amedeo Petrocchi.

Tutte le immagini che ne fanno parte, sono fortemente evocative del titolo scelto dall’autore.

Tra tutte, io, mi sono soffermato su questo squarcio.

Uno squarcio architettonico e temporale, in cui, io vedo il passaggio del tempo e la materializzazione di pensieri umani, quasi fosse un fumetto.

L’anziana, siede al lato del balcone e guarda, sembrerebbe malinconicamente, quel paese che è da sempre il suo microcosmo e che ha visto mutare nel tempo, pur restando sempre uguale.

E’ un guardare che sembra fatto di parole silenziose.

Forse, pensa a quei vicoli che un tempo la vedevano correre e che oggi, rappresentano un ostacolo insormontabile.

Forse, pensa alla vita serena e semplice della civiltà rurale dei nostri antenati cui è sempre appartenuta e di cui è straordinaria testimone.

Forse, pensa alla vitalità che regnava in quel borgo, oggi, divenuto sonnolente, quasi morente.

Forse, spera solamente che i farmaci assunti la facciano sentire meglio.

Forse, non pensa a nulla.

Si scorgono i terreni circostanti, un tempo, coltivati in ogni singola zolla, oggi, macchia mediterranea. Sullo sfondo l’aspra bellezza delle colline cilentane, su cui spuntano, a mo’ di presepe, le casette dei paesi vicini, da sempre, lontani.

Nel groviglio di case, si erge il Campanile della Chiesa. Un tempo, i suoi rintocchi, erano il segnale che un’altra straziante giornata di lavoro nei campi poteva dirsi conclusa.

Sul lato sinistro dell’immagine, irrompe con tutto il suo grigiore un’antenna nuova per la ricezione televisiva. Indispensabile per far funzionare quel televisore, divenuto preziosa compagnia.

Quell’apparecchio tanto criticato ma il solo capace di portare dentro casa quel Mondo mai visitato, il solo capace di riempire troppe ore, terribilmente, vuote.

Un letto, una tetto ristrutturato, coppi ingrigiti dagli anni, un vaso di fiori, un’ antenna, un borgo antico, pensieri indefinibili……tutto in bianco e nero……tutto in solitudine.

Massimo Sica

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